Addio a Valerio Evangelisti

Ci ha lasciato ieri, 18 aprile 2022, Valerio Evangelisti, il più noto e visionario scrittore della letteratura dell’immaginario italiana. Se n’è andato in silenzio, così come del resto appartata era sempre stata la sua vita, trascinata nel vortice della notorietà nel 1993, quando vince il premio Urania della Mondadori con Nicolas Eymerich, inquisitore (1994). Dopo aver tentato alcune volte, l’ennesima riscrittura del romanzo si aggiudica il più prestigioso riconoscimento nel campo della fantascienza e ottiene un inaspettato, quanto meritato, successo: il libro in edicola vende oltre 15mila copie, il risultato più alto dell’anno e mai raggiunto, fino ad allora, da uno scrittore italiano.

Evangelisti era nato a Bologna, nel 1952, e fino alla pubblicazione del suo primo romanzo aveva alternato una carriera accademica, pubblicando numerosi saggi storici, a quella di funzionario del Ministero delle Finanze. A Nicolas Eymerich, inquisitore seguirono ben dodici romanzi con protagonista l’inquisitore spagnolo, realmente vissuto nel 1300, tutti pubblicati da Mondadori, gli ultimi dei quali sono Eymerich risorge (2017) e Il fantasma di Eymerich (2018).

Molti dei suoi romanzi sono stati tradotti all’estero, dove è noto soprattutto per la biografia romanzata in tre volumi, uscita sempre per Mondadori nel 1999, di Nostradamus.

Un ciclo a sé è quello del pistolero Pantera, attraverso il quale l’autore esamina, sotto forma di western in chiave fantastica, momenti della storia americana. Il ciclo comprende l’antologia Metallo urlante (1998) e i romanzi Black Flag (2002) e Antracite (2003).

La storia con la S maiuscola è stata uno dei perni fondamentali della sua narrativa e in tal senso vanno ascritti i romanzi sulla storia sindacale nordamericana, composta dai romanzi Noi saremo tutto (2004) e One Big Union (2011), e quelli relativi alla storia della pirateria (Tortuga, 2008; Veracruz, 2009 e Cartagena, 2012), così come il dittico sulla rivoluzione messicana (Il collare di fuoco, 2005 e Il collare spezzato, 2006), senza dimenticare la trilogia di romanzi che narra la storia di alcune famiglie di braccianti e contadini romagnoli, dall’epoca post-risorgimentale alla metà del XX secolo, composta da Il sole dell’avvenire. Vivere lavorando o morire combattendo (2013), Il sole dell’avvenire. Chi ha del ferro ha del pane (2014) e Il sole dell’avvenire. Nella notte ci guidano le stelle (2016).

Per Giunti era uscito il biografico Day Hospital (2012), cronaca della battaglia vittoriosa dell’autore contro una malattia letale. Significativo anche il suo impegno politico-letterario che si era concretizzato con la direzione della rivista “Carmilla” (www.carmillaonline.com) e successivamente con l’impegno politico per Potere al Popolo, di cui era stato capolista alle elezioni amministrative a Bologna nel 2021.

Evangelisti ha continuamente contaminato canoni e forme della letteratura di genere, proponendo di fatto uno stile molto personale, che lo ha reso uno scrittore originale nel panorama della letteratura italiana. I suoi romanzi del ciclo di Eymerich, ad esempio, hanno mescolato i generi della letteratura fantastica con una sana dose di realismo sociale, laddove attraverso i registri anche del romanzo storico è riuscito come pochi a leggere le profonde inquietudini e contraddizioni dei nostri tempi, della nostra contemporaneità. Singolare, in tal senso, è anche la struttura dei romanzi, che spesso si articola in tre piani temporali che alla fine convergono in un finale disarmante: la vicenda che riguarda Eymerich ambientata nel 1300, una seconda che più o meno è collocata nel nostro presente e, infine, una terza che narra di un futuro quasi sempre apocalittico e dai risvolti distopici.

Alla breve esperienza della Repubblica romana del 1849, un esperimento politico unico di democrazia e di grande senso civile nel panorama della Storia italiana, lo scrittore bolognese aveva dedicato le sue opere più recenti, ossia i romanzi 1849. I guerrieri della libertà (2019) e Gli anni del coltello (2021).

Chi scrive ha avuto il privilegio di conoscere Evangelisti e la possibilità di condividere con lui un pezzetto della sua carriera, quando tra il 2017 e il 2020 ha pubblicato come editor di una piccola casa editrice napoletana una cospicua parte della sua narrativa breve, formata dall’antologia Anime oscure e dai romanzi brevi Gocce nere e Controinsurrezione. Un’esperienza formativa come poche, una prerogativa che mi ha permesso di conoscere l’uomo oltre lo scrittore: gentile, umile e generoso.

Di Evangelisti si dirà che è stato il più importante scrittore di fantascienza italiano, oppure che è stato un brillante autore di narrativa horror e fantasy, o ancora che le sue opere appartengono al genere del new weird: sono tutte affermazioni vere. Ma con il tempo arriveremo all’inevitabile conclusione che lo scrittore di Nicolas Eymerich, inquisitore ha creato un nuovo tipo di romanzo, quello alla “Evangelisti”.

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